La particolarità dei presepi napoletani è data dall'allargamento della scena, che non si limita alla rappresentazione della Sacra Famiglia, ma inserisce quest'ultima in un ambiente vivo e vivace che riproduce la Napoli del tempo con le sue architetture, i suoi abitanti e costumi.
Per cui ammirare il presepe con i suoi personaggi caratteristici consente di fare un rapido giro nella Napoli del Settecento, tra bottai, artigiani, venditori ambulanti e contadini di passaggio in città; a questo universo si aggiunge il corteo dei Magi, abbigliati all'orientale, come i mori che si potevano incontrare in una città già allora cosmopolita.
Degna di nota è la minuzia con la quale gli artigiani realizzavano i vestimenti, utilizzando tra l'altro gli stessi tessuti di cui si disponeva in quel tempo.
Lo studio della realtà coeva si rispecchiava anche nella ulteriore distinzione tra gli abiti dei personaggi più importanti, ricamati talvolta anche con fili in oro, e quelli grezzi e laceri della gente comune.
Le figure popolari sono raffigurate in tutto il loro realismo espressionistico, impietoso nella descrizione delle fisionomie dei corpi; realismo che si ricollega alla pittura naturalistica napoletana del '600 e alle bambocciate settecentesche. In contrapposizione a tale espressionismo è la realizzazione delle figure sacre e degli angeli, caratterizzati da una esecuzione delicata e aulica, aspetto accentuato dalle vesti dai toni freddi, come l'azzurro, il giallo ed il bianco. Le singole figure erano realizzate intorno ad un'anima di filo di ferro e stoppa; si realizzava solo la testa in terracotta, mentre braccia e gambe erano in legno. Tutto ciò consentiva di poter cambiare i movimenti della statuina.
Le figure di maggior pregio si distinguono anche per mezzo di piccoli particolari, che testimoniano una rifinitura speciale. Un esempio è dato dagli occhi, che venivano realizzati in vetro ed inseriti dopo la cottura della terracotta.
Infine, è interessante notare come la Natività non si svolga in una stalla, ma presso un monumento romano diroccato. Tale aspetto sottolinea, da un lato, il trionfo del cristianesimo sul paganesimo, e dall'altro, l'interesse che aveva suscitato, tra studiosi e artisti di tutto il mondo, la scoperta, avvenuta nel 1734, dell'antica città di Ercolano.

 Precedente